PUOI SOSTENERE QUESTO SITO E INIZIATIVE MISSIONARIE? clicca qui
Clicca qui per Paypal

Nelle conferenze che faccio in questi mesi sulla crisi della famiglia oggi e gli esempi dei miei genitori “servi di Dio”, spesso racconto che la mia vocazione sacerdotale viene, dopo che da Dio, da mamma Rosetta Franzi e da papà Giovanni, che nel giorno del loro matrimonio hanno offerto a Dio il loro amore e hanno chiesto la grazia che almeno uno dei loro figli o figlie diventasse sacerdote o suora. Questa notizia me l’ha rivelata il vecchio parroco di Tronzano vercellese) nel giorno della mia prima S. Messa (29 giugno 1953), dicendomi pubblicamente: “Oggi il Signore esaudisce la grazia richiesta da tua mamma e tuo papà quando si sono sposati”. I parenti lo sapevano, ma non me l’avevano mai detto per lasciarmi libero. Mi dicevano che dall’età di 7-8 anni a chi mi chiedeva cosa avrei fatto da grande, rispondevo deciso: “Il prete”. Alle parole del parroco, il mio cuore è stato inondato di gioia, nello scoprire che la radice della mia felicità di aver raggiunto una meta tanto desiderata erano mamma e papà, ormai già morti da parecchi anni; e in seguito ho sempre ringraziato i genitori, pregandoli per la fedeltà alla chiamata di Dio.
Una signora venuta a sentirmi mi scrive a nome anche di suo marito: “Mi sono commossa al ricordo dei suoi genitori e voglio dirle che noi abbiamo due figli e una figlia, ancora in età scolastica. Con mio marito preghiamo perché il Signore scelga uno dei miei figli, o anche tutti e due se vuole, per diventare sacerdote. Con tutte le miserie che ci sono oggi nella nostra società, pensiamo che il modo migliore per aiutare è di offrire a Dio i nostri figli per chiamarli al suo servizio. Preghi anche lei per questo nostro desiderio e offerta”. Ho ringraziato di questa lettera toccante, che dimostra come nelle nostre famiglie giovani c’è ancora fede e generosità col Signore. Quando i coniugi sono ben formati, pregano assieme e si vogliono veramente bene, accettano volentieri quei figli che il Signore manda a loro e sono anche generosi nell’offrirli a Dio e al servizio della società italiana.
Molti oggi si chiedono come mai ci sono pochi preti, con conseguenze tristi per tutti: di tre parrocchie ne fanno una, dove c’erano cinque sacerdoti ne lasciano due, è difficile trovare un prete giovane per gli oratori, i sacerdoti di parrocchia non hanno mai tempo per ascoltare i singoli fedeli, ecc. E alcuni dicono a noi missionari: perché andate in paesi lontani a predicare Gesù Cristo, quando qui in Italia abbiamo bisogno di preti e di missionari come non mai?
UN AIUTO PER LE MISSIONI:
il tuo 5 per 1000 può fare molto
per gli ultimi, per chi e' sfruttato, per difendere la vita
sul tuo 730, modello Unico, scrivi 97610280014
Quando mi fanno questa richiesta in pubblico, rispondo ragionando: noi missionari andiamo dove ci ha chiamato il Signore Gesù e ci manda la Chiesa; guai se non partissimo più per andare ai popoli non cristiani che, duemila anni dopo la Pasqua di Risurrezione, attendono ancora Cristo! La Chiesa non sarebbe più missionaria e universale, come la ha voluta il Signore. In Italia, ci sono poche vocazioni semplicemente perché è diminuita la fede nel nostro popolo, nelle nostre famiglie. La fede non è scomparsa del tutto, ma spesso è ridotta al lumicino e non riesce ad orientare la vita. Allora è inevitabile seguire la corrente del “fanno tutti così”. Ma noi preti, e fra gli altri anch’io, conosciamo famiglie giovani e credenti con tre, quattro, cinque figli. In un paese vicino a Milano, conosco due sposi giovani che hanno sette figli; gente comune, che lavora in lavori normali. Chiedo come fanno a tirare avanti e mi dicono: “Padre, ci siamo sempre fidati del Signore e ce ne ha mandati tanti. Abbiamo attraversato momenti difficili, ma man mano che i figli crescevano di numero, aumentava l’aiuto della gente, parenti e amici e vicini di casa. I nostri sette bambini e ragazzini sono la meraviglia di tutti. Si complimentano con noi, vengono a trovarci, ci aiutano in tutti i modi. Certo, ci abituiamo ad una vita più austera del comune, ma in casa nostra c’è un’atmosfera di amore, di gioia, di speranza, che aiuta moltissimo nell’educazione”.
Mi chiedo se oggi, i giovani che si sposano in chiesa e sono preparati al matrimonio, chiedono a Dio che almeno uno dei loro figli o figlie si consacrino al Signore e al servizio del prossimo. Quando parlo in pubblico del problema delle vocazioni sacerdotali e religiose (anche la mancanza di suore è gravemente avvertita qui in Italia e nelle missioni!), dico sempre: “Mamme e papà che avete ancora figlie e figli giovani, non pregate mai assieme perché il Signore vi conceda la grazia di un figlio prete o di una figlia suora? Ricordatevi che il dono più bello che potete fare a Dio è l’offerta sincera di uno della vostra famiglia”. A volte mi chiedo: ma noi sacerdoti, sentiamo la responsabilità personale di esortare i coniugi a pregare per la vocazione sacerdotale o religiosa di almeno uno dei loro figli e figlie? Oppure di queste cose non parliamo mai? Troppo facile pregare in genere per le vocazioni alla vita consacrata, senza dire a Dio di essere disponibili alle sue scelte anche nella nostra famiglia!
Piero Gheddo
dicembre 2005
PUOI SOSTENERE QUESTO SITO E INIZIATIVE MISSIONARIE? clicca qui
SOSTIENI INIZIATIVE MISSIONARIE!
con il tuo 5 per 1000 è semplice ed utilissimo.
Sul tuo 730, modello Unico, scrivi 97610280014
Clicca qui per Paypal