PUOI SOSTENERE QUESTO SITO E INIZIATIVE MISSIONARIE? clicca qui
Clicca qui per Paypal

L’incontro con le donne italiane voluto da Gheddafi e il discorso da
lui pronunziato non hanno avuto nei mass media il risalto che
meritavano. È la prima volta che un capo di Stato musulmano
pronuncia parole così forti sull’uguaglianza sostanziale tra uomo e
donna, giungendo persino a dire che «nel mondo arabo la situazione
della donna è orrenda. Per gli uomini, le donne sono un pezzo di
mobilio, lo cambiano in qualsiasi modo e nessuno chiede perché lo
hanno fatto, specie se hai i soldi e il petrolio»; e riferendosi ai
paesi del Golfo ha aggiunto: «La donna è umiliata al massimo, le è
proibito guidare l’auto, non ha nemmeno il diritto di sposarsi e di
divorziare, è una situazione orrenda che incita alla rivoluzione».
Non sono solo parole. Nel suo famoso Libretto verde Gheddafi scrive,
nel lungo capitolo sulla donna: «La donna è un essere umano, come
l’uomo (…) è evidente che la donna e l’uomo sono uguali. La
discriminazione fra uomo e donna è un atto d’ingiustizia flagrante e
ingiustificabile». Poi prosegue per pagine descrivendo le diversità
e le funzioni che uomo e donna hanno nella società, ambedue nobili e
indispensabili alla razza umana.
Secondo le fonti ufficiali libiche, la violenza contro le donne è
finita con la Rivoluzione dell’1 settembre 1969, quando Gheddafi
liberò il paese da re Idris al Sanusi. Naturalmente non è vero (in
Libia lo Stato ha istituito dei “Centri di riabilitazione sociale”
per le donne in cerca di protezione), ma bisogna ricordare che
Gheddafi ha fatto fare alla società libica passi importanti nel
cammino di liberazione della donna, mandando le bambine a scuola
(nei paesi islamici non è comune) e all’università, vincendo molte
resistenze anche fra docenti e studenti universitari. Nelle regioni
rurali della Libia capita ancora di vedere case di contadini, il cui
cortile interno è circondato da un altissimo muro (sui 4 metri).
Le leggi “femministe”
Nella tradizione, in quel cortile stavano le donne di casa, che
potevano uscire solo se accompagnate dal marito o da un parente
stretto. Ma in Libia questa discriminazione, abbastanza comune in
altri paesi islamici, è quasi del tutto scomparsa. Gheddafi ha
varato leggi sul matrimonio e il divorzio favorevoli alle donne,
molto più che in altri paesi i-
slamici. In Libia le donne studiano, diventano insegnanti e
infermiere, segretarie e dottoresse (soprattutto ginecologhe e
pediatre). Le guardie del corpo femminili di Gheddafi, fatto unico
credo in tutto il mondo, sono un segno evidente, dato al popolo
libico, di quanto la “guida illuminata” stimi e apprezzi le donne.
Per cambiare una cultura millenaria non bastano le leggi e la
repressione poliziesca, ci vuole tempo e, specie per popoli
semplici, anche forti segni simbolici.
Nessuno però ricorda un fatto fondamentale per capire la rivoluzione
che Gheddafi sta portando riguardo al mondo femminile. Ho visitato
la Libia nel dicembre 2006, su invito del vescovo di Tripoli
monsignor Giovanni Martinelli, che mi ha raccontato di quando
Gheddafi scrisse nel 1986 a Giovanni Paolo II chiedendogli suore
italiane per i suoi ospedali. Oggi in Libia ci sono 90-100 suore
cattoliche (italiane, libanesi, indiane, filippine, francesi,
polacche, spagnole) e più di 10 mila infermiere cattoliche (specie
filippine e indiane), con decine di medici cattolici, anch’essi
stranieri. Monsignor Martinelli mi diceva: «La presenza di queste
giovani donne cristiane, professionalmente preparate, gentili,
attente alle necessità del malato che curano con amore, stanno
cambiando l’immagine del cristianesimo fra i musulmani e soprattutto
dimostrano in concreto come la donna che studia ed è libera può
essere utile e indispensabile all’uomo».
Noi parliamo delle nostre miserande beghe da cortile, di veline e di
Noemi, ma non ci accorgiamo che in Libia si sta realizzando una
rivoluzione epocale che riguarda la donna nell’islam. Ci associamo
all’auspicio del presidente Giorgio Napolitano: che la visita in
Italia del leader libico «possa agevolare il consolidamento del
progetto del Mediterraneo come area di pace e di prosperità anche
per le donne».
Padre Gheddo su Tempi (2009)
PUOI SOSTENERE QUESTO SITO E INIZIATIVE MISSIONARIE? clicca qui
SOSTIENI INIZIATIVE MISSIONARIE!
con il tuo 5 per 1000 è semplice ed utilissimo.
Sul tuo 730, modello Unico, scrivi 97610280014
Clicca qui per Paypal