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Avvenire” : Qualcuno ha contestato che sia “il missionario più famoso d’Italia”, come sta scritto sulla copertina del libro che ha regalato ai lettori per il suo anniversario: “Ho tanta fiducia” (San Paolo, pagg. 228, Euro 14 – Prefazione di Roberto Beretta). Ma di certo padre Gheddo – che compie proprio oggi 80 anni – in oltre 50 anni di carriera, quasi 100 libri pubblicati, migliaia di articoli soprattutto per “Mondo e Missione” e per “Avvenire”, trasmissioni in radio e alla TV, è colui che dal Concilio in qui ha più di tutti dato voce nel nostro paese all’esperienza dei missionari: quei 13.000 connazionali che testimoniano il Vangelo e promuovono una vita più umana in tutti i continenti. Missionario del Pime di Milano, protagonista di tante battaglie giornalistiche per il terzo mondo, padre Gheddo può contare fra i suoi maggiori vanti quello di non aver dimenticato la sua vocazione missionaria, anche se ufficialmente non è mai andato in missione, a parte ovviamente gli instancabili viaggi di documentazione compiuti in tutto il Sud del pianeta: si può dire infatti che nemmeno una riga della sua vastisisma produzione non abbia tenuto presente la causa dell’annunzio del Vangelo. Egli stesso lo scrive oggi nel suo cliccatissimo Blog che appare sul sito “www.missionline, org”: “Compiendo gli 80 anni non cesso ancora di ringraziare il Signore per questa vocazione. Aver detto di sì al Signore mi ha dato una vita serena, piena di entusiasmo e di gioia. Grazie a Dio, sono un uomo felice e realizzato, pur tra molte sofferenze e difficoltà. Il secondo motivo di questa gioia è che, visitando in 56 anni di sacerdozio un’infinità di popoli, di paesi e di situazioni, mi sono reso conto della verità di quanto diceva la grande Madre Teresa: “I popoli hanno fame di pane e di giustizia, ma soprattutto hanno fame di Cristo”. Il più grande dono che possiamo fare ai popoli è l’annunzio della salvezza in Cristo e di testimoniarlo nella nostra vita”. Dell’ultima fatica di padre Gheddo, che vuole raccogliere “80 anni in 80 domande senza peli sulla lingua”, pubblichiamo qui un breve stralcio.

Settimana”, Edizioni Dehoniane, Bologna,22 marzo 2009

Ottanta domande che riguardano la politica, la società, la famiglia, la Chiesa, le religioni, i poveri, la missione, il futuro. Questo il contenuto del libro-intervista nel quale il numero delle domande coincide con il numero degli anni di padre Gheddo. La sua lunga esperienza nel campo della comunicazione, i viaggi, i fatti conosciuti e raccontati, la sua vita sacerdotale gli offrono la possibilità e la capacità di spaziare su vari ambiti. Quanto alle sue risposte, condivido l’impressione manifestata da Roberto Beretta nella Prefazione: Gheddo non appare affatto post-moderno: non è un uomo da crisi, da rovelli insolubili, da interrogativi non risolti”. Nelle rispste traspare infatti un argomentare che nasce da una fede “antica”,, nativa, intatta. Lui stesso ammette: “Non ho mai avuto veri dubbi sulla fede”. Magari si potrà dissentire su alcune delle sue risposte, ma rimane nel lettore l’ammirazione per una fede adamantina, che ha dato validità e credibilità alla sua vita. (BS)

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Il Timone”, Milano, marzo 2009

Famoso missionario, per decenni ha saputo esprimere con forza una identità cattolica semplice e forte, senza cedimenti alle diverse mode che si sono susseguite nel Novecento, a partire dal Sessantotto. In questo libro risponde alle domanda più comuni che i fedeli gli fanno, spaziando a 360 gradi, dalla fede alla politica, alla missione, alla povertà evangelica. Una lunga intervista ad un collaboratore del “Timone”.

Il Catechismo di Padre Gheddo”

(“La Voce del Popolo”, settimanale diocesano, Torino, 22 marzo 2009)

Padre Gheddo compie 80 anni e li festeggia al meglio: con un libro, l’ennesimo, attraverso cui comunicare il grande entusiasmo che ha accompagnato tutta la sua vita di credente, missionario, giornalista. Un libro che non è tanto un bilancio di un’esistenza, quanto un “catechismo” personalizzato sull’esperienza accumulata in questi anni, in tutto il mondo. Un catechismo “pratico”, fatto di risposte e domande concrete e specifiche, più che di enunciazioni generali. Qualche esempio di domande a cui p. Gheddo risponde: “La Chiesa fa molta fatica a comunicare. Lei sarebbe disposto ad affidare la predicazione ai laici? “; oppure: Mia figlia vuole sposare un marocchino. Che cosa debbo dirle?”. Lungo gli otto capitoli del libro non si ricostruisce un “Gheddo-pensiero”, quanto piuttosto si scopre come trovare indicazioni concrete, alla luce della fede, alle questioni che ogni giorno il mondo pone ai fedeli, e di fronte alle quali il silenzio non sempre è una virtù (soprattutto se silenzio significa, alla fine, indifferenza, occasione mancata di testimonianza – per se stessi prima ancora che per gli altri). Malgrado le intenzioni di “catechismo”, il libro si snoda come un lungo ragionamento (non sempre pacato, ma non sarebbe nel carattere di padre Gheddo), che aiuta il lettore a riscoprire le radici della propria fede. E non è poco. M.

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