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In preparazione al Processo diocesano della Causa di beatificazione dei miei genitori (nell’estate 2006), ho preparato questo scritto, Piero Gheddo.

marzo 2003 – La San Paolo pubblicava il volume “Il testamento del capitano – Lettere di mio padre Giovanni Gheddo dalla Russia”, che suscitò interesse e tante recensioni. Le prime 5.000 copie si esauriscono nell’estate 2003 e in autunno esce la seconda edizione con altre 5.000 copie. Avevo le lettere di mio padre da molti anni, ma non mi veniva in mente di pubblicarle. Poi le ha lette la mia segretaria suor Franca Nava, missionaria dell’Immacolata (le suore del Pime, già infermiera dei lebbrosi in Bangladesh e in India), che s’è commossa; e le ha date da leggere all’amico giornalista Giorgio Torelli, il quale ha insistito perché le pubblicassi dicendomi: “Altrimenti tradisci la memoria di tuo padre!”.

Primavera – estate 2003 – Ricevo vari inviti di conferenze per presentare “Il Testamento del capitano” e soprattutto molte lettere di lettori, diversi dei quali scrivevano: suo papà e sua mamma erano dei santi. Qualcuno aggiungeva: perché non si fa la loro causa di beatificazione?

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Ottobre 2003 – Alla giornata missionaria mondiale predico nella cattedrale di Vercelli e sono a cena dall’arcivescovo mons. Enrico Masseroni. Parliamo del libro su mio papà e mia mamma, l’arcivescovo manifesta ammirazione per i miei genitori e mi dice che anche suo papà era stato in Russia e anche lui era un uomo d’Azione cattolica di altri tempi, ma non si parla di Causa di Beatificazione. Incomincio a tenere le migliori di queste lettere, di cui ho consegnato copia per la necessaria Relazione storica.

Quando dico “le migliori lettere”, intendo precisare che purtroppo le prime di queste lettere non le ho conservate (o forse solo alcune un po’ eccezionali), perché allora non avevo la minima idea di una Causa di Beatificazione dei miei genitori. In realtà, quando le lettere si fecero più numerose, come pure le interviste a giornali e radio-televisioni, cominciai a conservare le lettere più significative, che avevano colpito prima di tutto me, a cui erano indirizzate. E chiedevo al Signore di darmi un segno per vedere se era opportuno mandarle all’arcivescovo di Vercelli, per richiamargli la memoria dei miei genitori e sapere se giudicava opportuno approfondire l’indagine per una eventuale Causa di Beatificazione.

11 gennaio 2004 – Andando in auto da Milano a Roma, come faccio quasi ogni mese (e poi viceversa), mi fermo dalle Monache Redentoriste di Magliano Sabina (Rieti) per la Messa del mio 50° di sacerdozio e due lunghi incontri con le 27 suore, in buona parte giovani, che mi invitavano da tempo con insistenza, dicendomi che avevano preparato una sorpresa per me. Era la prima volta che andavo da loro. Al termine dei due incontri molto gioiosi, le care sorelle mi presentano una pergamena con gli auguri per i miei cinquant’anni di Messa (celebrati nel giugno 2003) e un’altra pergamena con la richiesta ufficiale di iniziare la Causa di Canonizzazione di papà e mamma e promettono preghiere. Questa pergamena l’ho consegnata in fotocopia alla Postulazione, ma la riproduco qui letteralmente:

Benvenuto a casa nostra, amatissimo padre Piero Gheddo, degno figlio di genitori santi!

Ricordi il Messaggio della Madonna di Oropa, “Castellana delle Alpi” e “Protettrice d’Italia”, nelle parole di Mons. Giovanni Picco? Mamma Rosetta e Papà Giovanni “sono davvero santi!”.

Desideriamo ardentemente vederli sugli altari, per cui Ti imploriamo all’unanimità, con Tronzano e con tutti coloro che hanno riconosciuto i doni della Tua famiglia: chiedi ai Tuoi Superiori di poter iniziare la Causa di Beatificazione dei Tuoi genitori, luce per la famiglia di oggi e di domani!

La Chiesa ha bisogno di Testimoni come i Tuoi genitori, che liberi da tutto e da tutti hanno dato le ali, intelligenza e fede vitale a voi tre figli, compresi i tre Angioletti in Cielo, concepiti nell’amore!

La carità splendida di Mamma tua, che “non diceva mai male di nessuno”, la gioiosa serenità, il coraggioso ottimismo del Tuo Papà, la fede granitica di ambedue, la loro rettitudine, luce sparsa da loro dovunque sono vissuti, tutto è grazia che dovrà arrivare, come i Tuoi scritti, in ogni angolo della terra, specie dove hai seminato il tesoro da loro ricevuto con la Tua incisiva parola, le Tue vivificanti visite al mondo missionario.

Per i Tuoi 50 anni di Sacerdozio, per cui il Cielo sorride, nei Tuoi cari, col Beato Schuster, in padre Tragella, nei Santi che conduci per mano verso la gloria, fai questo Regalo alla Chiesa, al Pime, al mondo, ad ogni cuore, grato ai Tuoi genitori santi – persone di pace – per il dono della vera vita che Ti hanno dato!

La Mamma di Gesù Missionario Ti ottenga lunga vita, salute e tanto lavoro con l’aiuto dell’Angelo in terra suor Franca.

Benedici le Tue Sorelle Redentoriste contemplative di Magliano Sabina (Rieti)

11.01.2004, Battesimo di Gesù”.

Le care sorelle hanno addirittura prodotto col computer le immaginette di mamma e papà, prendendo le loro fotografie dal libro “Il testamento del capitano”, con una preghiera molto semplice e breve. Dall’inizio degli anni ottanta del 1900 ho visitato e visito tanti conventi di clausura, certamente più di 50-60 in ogni parte d’Italia e mando in omaggio a 545 conventi di clausura tutti i miei libri (e alcuni altri del Pime), accompagnandoli con una lettera in cui chiedo preghiere per i missionari. In alcuni (una dozzina) vado tutti gli anni. Ma era la prima volta che andavo a Magliano Sabina e che vedevo le Sorelle Redentoriste.

La loro proposta convinta, accompagnata da preghiere e dal racconto di alcune grazie ricevute per l’intercessione dei miei genitori, mi commuove. Ho detto alle Sorelle che avrei pregato e fatto pregare e poi avrei proposto la cosa all’Arcivescovo di Vercelli, cioè della diocesi in cui nati e vissuti Rosetta e Giovanni, perché a lui spetta la decisione.

Gennaio 2004 – La visita alle Redentoriste di Magliano Sabina mi convince che questo era il segno che avevo chiesto a Dio per mandare le lettere ricevute che chiedevano la Causa di Beatificazione dei genitori. Ma prudentemente, pochi giorni dopo la visita alle Redentoriste, ho consultato per telefono mio fratello Mario e la sorella di mamma Rosetta, zia Emma, per vedere se erano d’accordo nel ritenere santi i due genitori e proporre all’Arcivescovo di Vercelli di iniziare la loro Causa di Beatificazione. Ambedue hanno risposto di sì in modo convinto.

Poi sono andato alla Congregazione dei Santi per interrogare un amico, il sottosegretario mons. Michele Di Ruberto, che aveva già letto “ll Testamento del Capitano”. Gli spiego la situazione chiedendogli se potevo, come figlio, se valeva la pena di mandare questi documenti all’Arcivescovo di Vercelli per una decisione. Mons. Di Ruberto mi ha incoraggiato dicendomi: “La Causa è bellissima e piacerà molto a Giovanni Paolo II. Tutte le volte che incontra noi della Congregazione chiede sempre che gli presentiamo dei santi laici e dei santi sposati”. Poi mi ha raccomandato di non apparire, come figlio, in primo piano nella promozione della Causa, che “lasciamo nelle mani di Dio”. Cosa che ho cercato di fare, anche se, dato che sono molto conosciuto, parecchi invitano me per fare conferenze.

18 gennaio 2004 – Mando fotocopia della pergamena e un certo numero di lettere ricevute all’Arcivescovo di Vercelli, dicendogli la mia convinzione che mamma e papà erano dei santi, perché l’ho sperimentato e l’ho sempre sentito dire dai parenti che li hanno conosciuti bene, dai miei compaesani più adulti e da vari sacerdoti vercellesi. Io e i miei fratelli li preghiamo ogni giorno da molto tempo.

23 gennaio 2004 – Mons. Masseroni mi telefona che è “entusiasta della proposta” e che ha deciso di iniziare questa Causa di Beatificazione, dopo essersi consultato con i suoi consiglieri. Aggiunge che oggi c’è bisogno di santi laici e di una coppia di sposi cristiani da proporre alla Chiesa universale per preghiere e imitazione..

Marzo 2004 – Di ritorno da un viaggio di visita alle missioni in Malesia e in Borneo, vengo a sapere che l’Arcivescovo ha già diffuso la notizia e al mio paese il parroco, con Piero Grasso, ha già avvisato i fedeli di questa decisione. Trovo un invito per fare una conferenza a Tronzano sui miei 50 anni di Messa e su Rosetta e Giovanni.

Marzo 2004 – Telefono all’Arcivescovo ringraziandolo della decisione. Mi dice di andare io stesso a Tronzano a fare interviste e raccogliere testimonianze su Rosetta e Giovanni. Dato che non ci sono molti documenti scritti, di sommo valore sono le testimonianze di persone che li hanno conosciuti.

Aprile – maggio – giugno 2004 – il 1° aprile 2004 tengo la conferenza a Tronzano con la sala piena, presenti parroco, sindaco e altre autorità. Poi vado più volte a Tronzano, Torino e Vercelli per intervistare su Rosetta e Giovanni varie persone che li hanno conosciuti. Registro i testi, li trascrivo e rimando la trascrizione ai singoli pregandoli di correggere quella che va corretto e poi di rimandandarmi i testi. Li sistemo secondo le indicazioni degli interessati e li rispedisco per avere la loro firma e una controfirma di certificazione.

Estate – autunno 2004 – L’arcivescovo nomina un comitato diretto dal suo vicario generale, mons. Giuseppe Versaldi (allora Vescovo di Alessandria, oggi Cardinale nella Curia Vaicana), per avviare le pratiche dell’inizio della Causa. In vari incontri propongo la postulatrice, dott.sa Francesca Consolini di Milano, che viene accettata; poi il presidente del Tribunale, mons. Ennio Apeciti, anche lui della Curia di Milano, molto pratico di queste cause e beatificazioni. L’Arcivescovo sceglie i membri del Tribunale diocesano.

Estate – autunno 2004 – A Tronzano, Bianzè e Torino continuo con la interrogazioni di testimoni di mamma e papà e scrivo il volume “Questi santi genitori”, che racconta la semplice ma esemplare vita di Rosetta e Giovanni, con i fatti che testimoniano le loro virtù e la fama di santità di cui godono, sulla base delle dichiarazioni firmate raccolte. Nella bella prefazione l’Arcivescovo di Vercelli dice fra l’altro che questa Causa non vuole esaltare due persone o un paese o una diocesi, ma proporre un modello di sposi cristiani valido per tutta la Chiesa. Ce ne sono tantissimi altri, ma questi sono venuti alla ribalta e rappresentano idealmente tutti gli altri. Questa prefazione di mons. Masseroni merita di essere segnalata per il suo alto valore e per l’importanza della persona che l’ha scritta. E’ la conferma del Magistero e dunque l’atto di un discernimento operato, come disse lo stesso Arcivescovo, alla luce dello Spirito e del carisma episcopale.

Febbraio 2005 – La San Paolo pubblica “Questi santi genitori”, anche questo in 5.000 copie, che ha una seconda edizione nell’autunno seguente. L’Arcivescovo di Vercelli ottiene il consenso dei vescovi piemontesi alla Causa, ma ci vogliono parecchi mesi per ottenere il permesso delle Congregazioni romane, in quel tempo rallentate nel loro lavoro dall’agonia e poi dalla morte di Giovanni Paolo II e dall’inizio del nuovo Pontificato di Benedetto XV.

Anno 2005 – Ancora faccio numerose conferenze su mamma e papà, interviste a radio e televisioni, soprattutto ricevo richieste di libri e di reliquie, che finora non abbiamo dato.

Dopo l’inizio della Causa di Beatificazione (18 febbraio 2006)

Febbraio 2006 – All’inizio del mese pubblico il volumetto “Rosetta e Giovanni sposi secondo il cuore di Dio” (64 pagine, 10.000 copie) da distribuire all’inizio della Causa di Beatificazione e mandare in omaggio ai molti che avevano scritto su questo tema e ad altri amici.

18 febbraio 2006 – Nella chiesa parrocchiale di Tronzano, l’Arcivescovo di Vercelli costituisce il Tribunale e apre il processo diocesano informativo, con la chiesa quasi piena, nonostante il giorno di mercato. Anche il discorso dell’Arcivescovo, pubblicato nel primo fascicolo del bollettino di Rosetta e Giovanni (vedi sotto) è molto bello e significativo.

La notizia dell’inizio della Causa di Beatificazione, pubblicata con risalto dal settimanale diocesano “Il Corriere Eusebiano”, rimbalza sui settimanali diocesani d’Italia e anche sui giornali laici e mi arrivano numerose richieste di notizie. Gli amici di Vercelli e la mia segretaria, suor Franca Nava, spediscono a tutti i libretti preparati per l’inizio della Causa e alcune immaginette.

Maggio 2006 – Marzo 2007 – Con amici di Vercelli e di Torino (fra i quali mia nipote Chiara) facciamo due incontri a Milano per discutere del bollettino da pubblicare con le notizie della Causa di Rosetta e Giovanni. Io mi tengo fuori, ma sono disposto a consigliarli e ad aiutarli. Spiego loro il motivo di questa iniziativa e aderiscono alla proposta: ho visto in diverse altre Cause di Beatificazione che se c’è un bollettino periodico che ricorda il servo di Dio e invita a pregare, la Causa procede bene, arrivano anche le offerte per mantenerla e si ricevono parecchie lettere e anche grazie ricevute. Se invece non si pubblica nulla, anche servi di Dio che erano personaggi molto conosciuti e all’inizio pregati perché godevano di una forte fama di santità, decadono rapidamente nell’opinione pubblica e nella devozione comune: il mondo moderno è travolgente per tutti, siamo bombardati da troppi stimoli e notizie, è facile dimenticare!

Ci accordiamo sui tempi e i ruoli e discutiamo quante copie stampare: si pensa a circa 400-500 copie (al massimo 1.000) per il primo fascicolo che stamperemo nell’ottobre 2006. Poi le lunghe e lente pratiche burocratiche ritardano fino al marzo 2007 la pubblicazione del fascicolo: però non ne stampiamo 500-1.000 copie, ma 7.000 e un mese dopo vediamo che non bastano, perché gli indirizzi di persone che desiderano riceverlo continuano ad arrivare! E’ un forte segno di interesse, fama di santità e devozione verso Rosetta e Giovanni.

Novembre 2006 – Con mio grande stupore ricevo da Budapest tre copie del volume “Questi santi genitori” tradotto in ungherese: “Piero Gheddo – Egyszeruen szentek – A Gheddo hazaspar élete”, Uj Ember Kiadò, Budapest 2006, pagg. 214, con una bella foto di mamma Rosetta e papà Giovanni in copertina e le foto pubblicate nel libro riprodotte perfettamente in questa edizione ungherese. Non ne sapevo nulla, l’editore ungherese aveva chiesto alla editrice San Paolo l’autorizzazione a tradurre il libro. Mi pare un segno di come Rosetta e Giovanni, quando se Dio vuole saranno Beati e conosciuti nella Chiesa universale, potranno suscitare devozione anche fuori d’Italia (il volume in ungherese lo unisco alla documentazione consegnata al Tribunale).

Aprile 2007 – Un altro forte segno di devozione sta nel fatto che del volumetto “Rosetta e Giovanni sposi secondo il cuore di Dio” abbiamo pubblicato in tutto 20.000 copie e 40.000 copie di immaginette di mamma e papà (con una loro breve biografia e la preghiera) e tutto è quasi esaurito: la spesa di circa 11.000 Euro è stata coperta con libere offerte. Il bollettino è mandato in omaggio a chiunque lo chiede.

Occorre anche spiegare il “balzo” fatto dal bollettino, da 500-1.000 copie previste a 7.000 copie stampate un anno dopo, che è dovuto dovuto a vari fattori:

  • la diffusione della notizia di questa Causa di beatificazione attraverso i mass media ha portato molte lettere di ammirazione e richieste di altre notizie;
  • la diffusione dei due libri e del volumetto ha prodotto lo stesso risultato;
  • le molte conferenze fatte in varie parti d’Italia su Rosetta e Giovanni, non solo da me, ma anche dalla postulatrice, dott.sa Francesca Consolini (e oggi dalla nuova Postulatrice avv. Lia Lafronte);
  • il fatto che su Radio Maria hanno parlato più volte di Rosetta e Giovanni mons. Ennio Apeciti, il sottoscritto e alcuni altri incaricati di rubriche radiofoniche. Va ricordato che Radio Maria ha un grandissimo ascolto e pare sia la prima o la seconda radio ascoltata in Italia!
  • gli indirizzi mandati dall’Azione Cattolica italiana di alcune diocesi: ad esempio Vercelli e Reggio Emilia;
  • infine, il primo bollettino è stato mandato in omaggio a 2.500 abbonati al settimanale diocesano “Il Corriere Eusebiano” di Vercelli e, per volere dell’arcivescovo, si è continuato a mandarlo a tutti gli abbonati del settimanale. Oggi (nel 2015) lo mandiamo a circa 9.300 lettori ed a chiunque ne fa richiesta.

Quando nel 2003 pubblicai il volume “Il Testamento del Capitano”, col quale pensavo di aver esaurito il mio dovere di figlio verso i miei genitori, ero ben lungi dal pensare che si potesse iniziare una Causa di beatificazione di Rosetta e Giovanni. Invece tutto è nato e si è sviluppato grazie all’ispirazione dello Spirito Santo e con l’aiuto di Dio. Oggi, nell’ottobre 1015, con la nuova Postulatrice avv. Lia Lafronte, nominata dall’arcivescovo mons. Marco Arnolfo, successore di mons. Enrico Masseroni, la Causa di Rosetta e Giovanni ha ripreso il suo cammino ed è in buona posizione per sperare in una non lontana beatificazione (in realtà sono due le Cause, occorre dimostrare che ambedue i coniugi erano di virtù eroiche e sono morti in fama di santità). Oggi sono necessarie molte preghiere, segnalazione di grazie ricevute e anche offerte per mantenere vivo il bollettino e finanziare il cammino verso la meta finale.

Padre Piero Gheddo

Missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere), Milano.

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